Il controllo delle condizioni igrotermiche del manto: la micro-ventilazione

La micro-ventilazione del sottomanto rappresenta, in generale, la soluzione più efficace per garantire l’efficienza nel tempo dei manti di copertura. Essa si consegue mediante la posa “a secco” degli elementi. Si descrivono alcune soluzioni conformi per manti di copertura in tegole e in coppi di laterizio.

Una delle prerogative dei manti di copertura in laterizio è quella di presentare una permeabilità relativa che garantisce al tetto la tenuta all’acqua e, al tempo stesso, la sua traspirabilità. A causa della naturale porosità del laterizio (che diminuisce progressivamente col tempo grazie ai depositi di polvere che occludono parzialmente i micropori), gli elementi del manto, se sottoposti per un certo periodo di tempo alle precipitazioni atmosferiche, si imbibiscono d’acqua. Mentre all’estradosso del manto, grazie all’azione del sole e del vento, l’acqua assorbita viene smaltita rapidamente, lo stesso non accade all’intradosso, dove possono innescarsi fenomeni degenerativi che interessano sia gli elementi del manto (gelività, diminuzione della resistenza agli urti), sia gli strati funzionali sottostanti (imputridimento o danneggiamento degli elementi di supporto del manto e riduzione di efficienza dello strato termoisolante, se presente).

Naturalmente, i problemi aumentano in caso di infiltrazioni d’acqua nel sottomanto dovute a concomitanza di piogge eccezionali e vento o ad avarie dello strato di tenuta. D’altra parte, l’irraggiamento solare determina differenze di temperatura tra estradosso ed intradosso del manto, talvolta rilevanti, con conseguente formazione di tensioni interne dannose.

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Infine, le diverse temperature superficiali d’intradosso che, in particolare nei sottotetti abitati, si verificano tra la falda e lo sporto possono ingenerare il fenomeno del disgelo differenziale della neve, causa di scioglimenti irregolari, di scivolamenti improvvisi dello strato nevoso e di infiltrazioni d’acqua di fusione nel sottomanto. Alla luce di queste premesse, appare evidente che tendere a creare condizioni di temperatura e di umidità il più possibili uniformi tra estradosso e intradosso del manto di copertura rappresenta un obiettivo irrinunciabile per garantire efficienza ed affidabilità del tetto nel suo complesso. Tale obiettivo si consegue mediante la micro-ventilazione del sottomanto che si attua attraverso la posa ‘a secco’ degli elementi di copertura su supporti paralleli od ortogonali alla linea di gronda (a seconda del tipo di prodotto adottato), posti a distanza misurata sul passo degli elementi stessi. La posa del manto mediante allettamento di malta (umida) è assolutamente da evitare poiché, oltre ad impedire la circolazione dell’aria e creare zone in cui l’acqua è più facilmente trattenuta (con rischio di gelività), determina un regime vincolistico tra manto di copertura e supporto che si oppone alle naturali variazioni dimensionali di origine termica del manto stesso. Le pendenze di falda normalmente impiegate per la posa dei manti di copertura in laterizio (≥ 30%) sono più che sufficienti per assicurare le differenze di pressione e di temperatura tra la linea d’ingresso dell’aria (linea di gronda) e la linea di uscita (linea di colmo) necessarie per innescare i moti convettivi. Naturalmente, affinché questi abbiano luogo è indispensabile che la linea di gronda e quella di colmo siano il più possibile prive di ostruzioni.

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